mercoledì 17 luglio 2013

Economia italiana.it


Un'altra interessante penna nostrana è quella di Elisabetta Bucciarelli, nata nel capoluogo lombardo un po' di anni fa (alle signore è spesso concesso il beneficio del dubbio) dove peraltro vive e lavora. Lei che nel 2011 ha vinto il Premio Scerbanenco per il miglior noir italiano con Ti voglio credere. Diplomata presso il Laboratorio di scrittura drammaturgica del "Piccolo" di Milano, ha esordito ad appena vent'anni con il testo teatrale Forte come un toro. E da quel momento in poi non si è più fermata, a fronte di una produzione che spazia a largo raggio: teatro, televisione, cinema (che l'ha vista nel 1988 impegnata nella sceneggiatura, nella regia e nel montaggio del video La famosa invasione degli orsi in Sicilia, tratto dall'omonimo romanzo di Dino Buzzati), nonché nella narrativa gialla (siamo nel 2005 quando approda in libreria con Happy Hour, che vede protagonista l'ispettrice milanese Maria Dolores Vergani. E per questo personaggio sarà solo un felice inizio). Senza trascurare le sue interviste e i suoi approfondimenti letterari su booksweb.tv, nonché le collaborazioni giornalistiche. Così come è giusto ricordare i trascorsi come insegnante di scrittura tecnica e creativa allo IED di Milano e presso diverse compagnie teatrali. Lei che si è occupata anche di formazione per insegnanti sia in Italia che in Svizzera. Insomma, un moto perpetuo, forte di una produzione davvero robusta. E proprio in questi ultimi giorni è nuovamente sugli scaffali con Dritto al cuore (Edizioni e/o, pagg. 232, euro 17,50), ennesimo romanzo che vede in scena Maria Dolores Vergani, che troviamo in vacanza in una piccola comunità a duemila metri di quota (l'ultimo villaggio Walser sull'Alta Via che dall'Italia conduce alla Svizzera e alla Francia). Ed è qui che si ritrova a dover far luce sul ritrovamento del cadavere di una donna, nascosto fra le rocce di un bosco. Ma anche a far di conto con l'"omicidio" di una mucca, fatta fuori poco prima dell'importante incontro organizzato per decretare la più forte e la più bella vaccina della valle. Come potrebbe tirarsi indietro? Così, con l'aiuto della gente del posto, si darà da fare, trovandosi ben presto a inciampare in una catena di omicidi che spaziano dai monti valdostani a quelli lombardi. Che dire? Un romanzo duro e a tratti spietato anche senza volerlo, che colpisce la sensibilità del lettore a fronte di una scrittura asciutta e originale, ritmata nei dialoghi e senza eccessivi fronzoli, che va dritta al sodo (o meglio, come recita il titolo, al cuore). D'altra parte Elisabetta Bucciarelli - i cui libri sono già stati tradotti in francese, tedesco e spagnolo - sa come destreggiarsi nei meandri del mistero; sa come "interrogare" le ombre che nascondono la verità; sa che per scrivere bisogna avere sempre qualcosa da dire; sa che nella narrativa di settore bisogna disporre di un grande spirito di osservazione, che peraltro riesce a "canalizzare" come si conviene nel suo personaggio principe, appunto l'ispettrice Vergani. Leggere per credere.

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